domenica 21.09.25 – Monreale – Castellaccio
domenica 21.09.25 – Monreale – Castellaccio
MONREALE
San Martino delle Scale
Monte Caputo/Castellaccio – Beer Garden Forneria Messina
domenica 21.09.2025
Escursione accompagnata –
Visita Guidata del Castellaccio –
Visione Esposizioni e Mostre –
Concerti MARIO CRISPI
Grigliata Rurale
ore 11:00 Monte Caputo – Castellaccio
attività: visita guidata del Castello
visione delle mostre:
1) “Il Castellaccio negli Archivi Fotografici del C.A.S.”
a cura dell’Arch. V. Garofalo
2) “Piante Endemiche dei Monti di Sicilia” –
esposizione di erbe essiccate
a firma del Prof. A. Mirabellar
ore 12:00 Chiesa del Castellaccio
attività: sezione festival PAESAGGI ACUSMATICI
SOPLAR LEJERO installazione sonora
“Il giro del mondo in 80 suoni”
Ore 17:00 Portella San Martino
attività: escursione accompagnata
“da Portella San Martino a Castellaccio
per il Sentiero degli Austriaci”
ore 18:00 Monte Caputo – Castellaccio
attività: visita guidata del Castello
visione delle mostre:
1) “Il Castellaccio negli Archivi Fotografici del C.A.S.”
a cura dell’Arch. V. Garofalo
2) “Piante Endemiche dei Monti di Sicilia” –
esposizione di erbe essiccate
a firma del Prof. A. Mirabellar
ore 19:00 Chiesa del Castellaccio
attività: sezione festival ITINERARI ACUSTICI
MARIO CRISPI in concerto
musiche per flauti arcaici e computer
ore 20:30 Monte Caputo – Castellaccio
attività: escursione accompagnata
“discesa serale da Monte Caputo a
Portella San Martino”
ore 21:30 San Martino delle Scale – Beer Garden Forneria Messina
attività: “AlturEstival Convium“ tra pubblico e artisti
grigliata rurale a base di prodotti locali, birra etc
ATTENZIONE
Il Castellaccio si raggiunge a piedi attraverso un sentiero in salita che si percorre in c/a 30′. Qualora si voglia scegliere di salire autonomamente si raccomanda di calcolare il tempo necessario da impiegare per il percorso. Si raccomanda inoltre l’uso di scarpe adeguate (da trekking o sportive a collo alto) e pantaloni lunghi.
In merito alla “grigliata rurale”, la cui prenotazione è obbligatoria, pubblichiamo qui la comunicazione che ci ha inviato lo chef Gian Michele Messina:
“Per mantenere il contatto con la natura circostante ci spostiamo nel “Beer Garden” della Forneria Messina: uno spazio all’aria aperta, informale, concepito “per stare insieme” attorno a delle botti di vino magicamente trasformate in tavoli. Inizieremo così la nostra cena buffet con la mitica focaccina mignon con porchetta seguita da una “special grill” unica: gran grigliata di carne con assaggio di reale d’angus (costine di pancetta di maiale, salsiccia tipica e assaggio di angus) accompagnati dalla fragranza del pane tipico di Monreale e tutto “innaffiato” dalla Note sulla Birra Artigianale Valgamisia:
Birra Artigianale “VAL GAMISIA” un nome affondato nella storia… proprio per la sua tipica freschezza gustativa.
Un nome una storia, La ValGamisia Strong Scotch Ale Ambrata, profonda e intensa, proprio come il territorio a cui si ispira.
Questa speciale birra ambrata si ispira alle tradizionali birre scozzesi; sprigiona sensazioni persistenti di caramello e miele di castagno, che sostengono una delicata nota torbata, ma allo stesso tempo è una birra di bevibilità inaspettata per la sua gradazione alcolica. Ideale con carne alla griglia.
Per l’occasione verrà servita proprio la ValGamisia nel formato 0,33 cl: il modo più pratico per fare della birra la migliore risposta dissetante, in viaggio, a casa, in pausa.
La ValGamisia Strong Scotch Ale ha un gusto internazionale, ti conquista perché è semplicemente indimenticabile.“
Additional Details
Scheda Artista
SOPLAR LEJERO (Palermo)
Altro pseudonimo di Mario Crispi, che lui usa per le produzioni acustiche ed elettroacustiche in forma solisitica. Musicista, compositore, autore, cultore di duduk, ney, bansuri, arghoul ed altri flauti etnici ed arcaici del mondo è nato a Palermo, ha iniziato ad occuparsi di musica nel 1976, volgendo da subito il suo interesse verso gli strumenti a fiato arcaici ed etnici provenienti da tutto il mondo come il duduk armeno, il bansuri indiano, il ney arabo e persiano e tanti altri strumenti del Medioriente, del Mediterraneo e di altre parti del mondo. Fondatore storico nel 1979 della band Agricantus, compositore, autore e flautista, ha approfondito le sue ricerche viaggiando e facendo importanti esperienze artistiche in Africa, Medio Oriente, Asia Minore, incontrando musicisti, apprendendo storie di popoli e conoscendo strumenti musicali a fiato tra i più disparati. Oltre alle numerose produzioni e concerti effettuati con Agricantus, Mario Crispi ha composto musiche per spettacohttps://www.facebook.com/lpaolicelli/photos?locale=it_ITli di danza (Roberta Escamilla Garrison) e per il teatro (E.X.I.L.84, Werner Eckl, Valeria Patera), collaborato all’ambientazione sonora di mostre ed installazioni (“Forma: la città e il suo passato” di Massimiliano Fuksas al Colosseo di Roma; “Islam In Sicilia, un giardino tra due Civiltà” – Orestiadi di Gibellina; “Forme d’Acqua”, Palazzo Riso, Palermo, Osservatorio Nomade/Stalker), firmato colonne sonore di film (“Jung”, di A. Vendemmiati e F. Lazzaretti, presentato al 57 ° Festival di Venezia 2000 e vincitore del IDFA di Amsterdam, “Afghanistan – effetti collaterali” di A. Vendemmiati e F. Lazzaretti, “SanPeet” di Giuseppe Petitto). Nel campo del cinema, Crispi, oltre ad aver interpretato da solista le colonne sonore di autori come Luis Bacalov (Consiglio d’Egitto, 2002), Andrea Guerra (Hotel Rwanda, 2006), Pivio & Aldo De Scalzi (i più importanti: Il Bagno Turco, 1996; Elvjs & Marijlin, 1997; I Giardini del’Eden, 1999; Il mercante di Pietre, 2007), ha firmato, come Agricantus, la colonna sonora dei films Placido Rizzotto (di P. Scimeca, 2000) e Il Figlio della Luna (di G. Albano, 2007). Con il suo progetto solista “SOFFI”, con il quale ha prodotto il CD omonimo (2000), un connubio tra strumenti a fiato arcaici ed etnici e live-electronics, ha suonato in Europa e in varie parti del mondo (Pakistan, Egitto, Giordania). Nel 2008 ha creato FolkaLab, un collettivo musicale territoriale producendo l’omonimo CD, frutto di questa esperienza musicale estemporanea collettiva a Palermo durata alcuni anni. Nel 2009 ha prodotto il secondo CD da solista, Arenaria, un viaggio musicale in Sicilia, che è divenuto nel tempo un nuovo progetto musicale, chiamato appunto Arenaria (di cui fanno parte Enzo Rao Camemi, Maurizio Curcio e Carmelo Graceffa) con cui ha eseguito numerosi concerti in tutta Italia e con cui ha prodotto M.A.E.R.E.A.M., un disco dal vivo edito nel 2018, e, nel 2022 ha pubblicato su CD il suo ultimo lavoro, MAQAM, pubblicato già in digitale nel 2020.
Scheda Mostre/Esposizioni
Schede Mostre.
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“Il Castellaccio negli Archivi Fotografici del Club Alpino Siciliano” è una mostra fotografica che racconta, attraverso immagini d’epoca rare e intense, la rinascita di uno dei luoghi simbolo dell’area montana palermitana: il Castellaccio di Monreale. Curata dalla prof.ssa Vincenza Garofalo (Università di Palermo), l’esposizione raccoglie fotografie scattate tra la fine dell’Ottocento e gli anni Cinquanta, oggi custodite negli archivi del Club Alpino Siciliano, che nel 1897 acquistò il rudere medievale per trasformarlo in rifugio alpino. Le immagini raccontano non solo il recupero architettonico del castello, guidato dall’architetto Giuseppe Patricolo, ma anche le attività sociali e culturali che vi si sono svolte: escursioni, incontri, momenti di convivialità e studio, con una significativa presenza di donne e giovani. Si delinea così il profilo di una comunità attiva, profondamente legata a questo luogo e al paesaggio che lo circonda. Attraverso questa esposizione, il Club Alpino Siciliano non solo mette in luce l’importanza del proprio patrimonio archivistico, ma rinnova il proprio impegno nella tutela e nella trasmissione della memoria collettiva. Le immagini del Castellaccio diventano così specchi di un’identità condivisa, simbolo di un rapporto vitale tra l’uomo, la natura e la storia. Un invito a riscoprire le montagne di Palermo non solo come spazi da attraversare, ma come luoghi da comprendere, vivere e tramandare.
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La mostra “Piante Endemiche dei Monti di Sicilia”, curata dal Prof. Antonio Mirabella e prodotta dal Club Alpino Siciliano, è un’esposizione semplice ma di grande valore conoscitivo, che invita il visitatore a scoprire la straordinaria ricchezza botanica dei rilievi siciliani. In mostra una selezione di erbe essiccate, provenienti dai principali massicci montuosi dell’isola — dalle Madonie ai Nebrodi, dai Peloritani fino ai Monti di Palermo — tutte appartenenti alla flora endemica, ovvero esclusiva del territorio siciliano. Ogni campione è accompagnato da una doppia denominazione: il nome scientifico in latino e quello comune in lingua italiana. L’allestimento è volutamente essenziale, pensato per restituire un impatto diretto e immediato con le forme, i colori e le specificità delle piante raccolte. L’obiettivo non è quello di fornire un apparato didascalico o scientifico complesso, ma piuttosto stimolare la curiosità del pubblico e favorire una prima forma di riconoscimento e consapevolezza della flora locale. Il valore della mostra risiede proprio in questa funzione divulgativa: portare all’attenzione del pubblico, anche non specialista, la varietà e l’unicità di un patrimonio vegetale che troppo spesso resta invisibile, pur rappresentando un elemento chiave dell’identità ambientale e culturale dell’isola. La mostra si configura dunque come un piccolo ma prezioso strumento di conoscenza, che invita a riscoprire e rispettare la biodiversità dei monti siciliani, parte integrante di un ecosistema e di una memoria collettiva che meritano attenzione e cura.
Queste due esposizioni si inseriscono nel più ampio impegno del Club Alpino Siciliano per la tutela e la valorizzazione del territorio montano. Lo stesso spirito ha animato la recente fondazione dell’Ecomuseo “Sentieri Culturali dei Monti di Palermo e San Martino delle Scale”, nata dalla collaborazione tra il CAS, l’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale, la Pro Loco di Monreale e numerosi studiosi e appassionati del territorio. Un progetto che nasce dalla consapevolezza del valore storico, naturale e culturale di quest’area, che ha contribuito profondamente alla crescita intellettuale e sociale della città di Palermo.
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La mostra fotografica “SARAWAK – Paradiso perduto”, curata dal Dott. Angelo Musco insieme a Photonature, racconta una delle esperienze più straordinarie e allo stesso tempo più drammatiche vissute dal Club Alpino Siciliano fuori dai confini europei. L’esposizione nasce dalla spedizione scientifica condotta nel 2002 dal CAS nel cuore del Borneo malese, nella regione del Sarawak, e finanziata dall’associazione stessa con l’obiettivo di documentare gli effetti della deforestazione tropicale sulla biodiversità e sulle popolazioni indigene. Le fotografie sono un potente reportage naturalistico ed etnografico: immagini che alternano la maestosità intatta della foresta pluviale — con la sua vegetazione lussureggiante, le cascate, le radure primordiali — agli scorci devastati dalla mano dell’uomo, dove la distruzione appare irreversibile. Accanto alla bellezza, la ferita. Le immagini raccontano un equilibrio spezzato: quello tra uomo e ambiente, tra economia e sopravvivenza. Oltre al danno ambientale, le fotografie documentano anche le ricadute sociali di questa pratica distruttiva, mostrando le condizioni di vita precarie e in cambiamento delle popolazioni indigene: comunità da sempre in armonia con la natura, costrette a lasciare i propri territori o a modificarne drasticamente lo stile di vita. La mostra non è soltanto una testimonianza di viaggio, ma una denuncia visiva dell’impatto che la “civiltà industriale” ha su ecosistemi fragili e culture millenarie. Il titolo, Paradiso perduto, non è una metafora retorica, ma una constatazione concreta: ciò che era un tempo uno dei polmoni verdi del pianeta, oggi è minacciato da logiche di sfruttamento economico insostenibili. Con questa esposizione, il Club Alpino Siciliano conferma la propria vocazione non solo escursionistica, ma anche ambientalista e culturale, estesa ben oltre il territorio siciliano. Lo sguardo di Angelo Musco cattura e restituisce tutta la forza di un’esperienza immersiva e dolorosa, un grido silenzioso in difesa della natura violata e delle comunità che la abitano. Un invito a riflettere, a conoscere e ad agire.